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Così, per avere un'idea della maestria attoriale che Salvatori aveva raggiunto, riportiamo alcune righe della recensione di Gian Luigi Rondi alla prova di interprete nel già ricordato "Omicrom", pellicola che Gregoretti girò nel 1964, la storia grottesca del tentativo di un'invasione marziana attraverso l'impossessamento da parte di un extra-terrestre del corpo di un operaio. Film che suscitò alcune perplessità nella critica, non così per l'interpretazione di Salvatori. "Il protagonista è Renato Salvatori che, nei panni dell'operaio ‘infestato', ha saputo comporsi una maschera di effetto particolarmente gustoso: prima immobile, lignea, senza riflessi, poi attonita, spaurita, stupefatta, quindi via via nuovamente indirizzata alle reazioni psicologiche dell'uomo e, alla fine, stravolta e dilaniata dall'improvviso insorgere della coscienza (con sempre un sottofondo di quasi diabolica lucidità, come se volesse rispecchiare il marziano murato vivo o il contrasto con lui)".
Renato Salvatori, povero ma bello.
Mostra documentaria, retrospettiva cinematografica, dibattiti e convegno
Serravezza (Lu), Palazzo Mediceo, fino al 22 giugno
www.palazzomediceo.com